Agevola Imprese

Transizione 5.0
28 Febbraio 2025

Transizione 5.0, Bitonci: «stiamo lavorando alla proroga»

Intanto per le imprese necessario attivarsi subito

Le semplificazioni per la sostituzione dei beni obsoleti apportate dalla legge di bilancio daranno un boost alla misura 5.0? Agevola Imprese Group sta già operando con successo sull’accesso al credito d’imposta dedicato alla “doppia transizione” per diverse aziende. Ma il contatore delle risorse prenotate gira lentamente: ad oggi risultano impegnati circa 450 milioni dei 6,3 miliardi di euro disponibili, poco più del 7%. Con un consumo medio che si attesta attualmente su una stima di 60 milioni mensili, difficile pensare sia possibile un completo assorbimento della dotazione on-off. Il sottosegretario al Ministero delle Imprese del Made in Italy Massimo Bitonci ha rivelato ad Agevola che tra marzo e aprile 2025 potrebbe essere annunciata una proroga.

«Strutturalità. Io, da commercialista, so che serve un orizzonte temporale adeguato alla programmazione degli investimenti. D’altra parte, l’agevolazione 5.0 è legata alle scadenze imposte dagli obiettivi europei». Così Massimo Bitonci, sottosegretario al Ministero delle Imprese del Made in Italy, si è espresso una settimana fa, in occasione del seminario “Sportello Italia 5.0”. Incalzato da Agevola Imprese Group in merito alla possibilità da lui ventilata di una dilazione dei termini (che ad oggi rimangono sostanzialmente ancorati alla data del 31 dicembre 2025) ha dichiarato: «sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea per una possibile proroga, di cui potremmo dare comunicazione entro aprile 2025».

Grigoletto, Fondazione Fenice: «5.0 strumento di competitività»

Tenutosi a Padova presso Fondazione Fenice lo scorso 21 febbraio 2025, il convegno che ha visto la partecipazione del sottosegretario Mimit, ha incluso, tra gli altri, gli interventi della Senatrice Roberta Toffanin, Consigliere GSE, e Raffaele Zanon, Presidente Confimi Padova Rovigo, intorno alle novità sugli incentivi alle imprese del Piano Transizione 5.0.

Organizzato all’interno del Fenice Green Energy Park, primo parco italiano dedicato alle energie rinnovabili e location significativa in fatto di efficientamento dei consumi, l’evento ha messo in risalto l’importanza del Piano 5.0 per la crescita del sistema paese. Il Direttore Tecnico e Fondatore di Fondazione Fenice onlus, Andrea Grigoletto, ne ha evidenziato la valenza culturale, oltre che l’impatto strettamente pratico: «oggi in Italia sosteniamo un costo per l’energia dello 0, 27% in più rispetto alla media europea e consumiamo 316 TWh all’anno; secondo gli analisti per il 2050 questa cifra sarà raddoppiata. È evidente che, da subito, l’innovazione di processo deve coincidere con l’efficientamento dei consumi: Transizione 5.0 è in primis uno strumento di competitività. Ma, per fruirne nella certezza della norma, le imprese devono muoversi nell’arco di un mese».

Interesse sempre maggiore da parte delle imprese

E tuttavia lo schema di incentivi 5.0 è partito in sordina ad agosto 2024 e marcia a passo lento verso la scadenza fissata a dicembre 2025. Ad oggi risultano “prenotati” circa 450 milioni dei 6,3 miliardi di euro disponibili, poco più del 7%. Con un consumo medio che, considerando questi primi sette mesi di accessibilità, è possibile calcolare approssimativamente sui 60 milioni mensili, difficile pensare si riesca ad avere un completo assorbimento della dotazione entro gli attuali termini temporali fissati. Sulla base degli accordi ad oggi vigenti, se non fosse conseguito in toto l’obiettivo di spesa delle risorse RePower EU, l’Unione Europea potrebbe non elargire i fondi; la spesa passerebbe allora a carico delle casse dello Stato.

«Presso i nostri interlocutori», sottolinea l’ing. Bruno Mosole, in Agevola Imprese Group punto di riferimento per negli ambiti Transizione 4.0 e 5.0, «riscontriamo un sempre maggiore interesse per la misura, che prevede crediti d’imposta fino al 45% per i progetti d’innovazione più virtuosi in fatto di efficientamento energetico. Il modello 5.0, nel solco già tracciato dalle più recenti direttive in ambito ESG e del percorso verso il Clean Industrial Deal, sta cominciando a essere compreso in maniera più diffusa. È un sistema complesso, è vero, ma meritocratico; inoltre fornisce un’opportunità per inoltrarsi nei processi aziendali, prendendone il controllo in termini di massima ottimizzazione del consumo per unità di prodotto. Il costo dell’energia oggi non è ininfluente: abbatterlo, in modo “agevolato” per giunta, è buon senso». Certo, il tempo messo a disposizione delle aziende per digerire i meccanismi dei nuovi incentivi è oggettivamente poco.

I passi verso la semplificazione e le nuove FAQ

Nel senso di una sua più capillare comprensione ed estensione, vanno le recenti semplificazioni alla Transizione 5.0 apportate in Manovra 2025, con gli ulteriori chiarimenti in merito giunti lo scorso 24 febbraio a mezzo FAQ. In particolare, il riferimento è alla norma che facilita la verifica della riduzione dei consumi per un nuovo bene strumentale in sostituzione di un altro con caratteristiche tecnologiche analoghe, ammortizzato da almeno due anni. Pur restando necessario determinare il risparmio energetico in TEP equivalenti, i certificatori potranno farlo senza effettuare calcoli specifici, ma ricorrendo a evidenze prodotte dai costruttori, standard internazionali o certificati di audit.

Se rientrante in questa casistica soggetta a semplificazione del calcolo, il bene nuovo avrà la possibilità di accedere alla fascia minima di credito d’imposta (35% della spesa sostenuta fino a 10 milioni di euro).

Attraverso le ultime risposte fornite, il Mimit chiarisce che non esistono vincoli relativi a dimensioni o potenza tra il bene sostitutivo e quello obsoleto; inoltre, specifica che quest’ultimo non dovrà essere rottamato.

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