La Legge di Bilancio 2025 le ha destinato uno stanziamento pluriennale di 1,7 miliardi di euro: la Nuova Sabatini, che abbatte il costo dei finanziamenti per i macchinari, è tra i pochi strumenti agevolativi rivolti agli investimenti delle imprese ad avere oggi un orizzonte temporale a lungo termine, fino al 2029. Da anni vero e proprio pilastro a sostegno della crescita delle aziende italiane, la misura continua a essere tra le più richieste dalle micro e piccole imprese, soprattutto settentrionali e manifatturiere. Versatile per cumulabilità e di ampio respiro per programmazione, la Nuova Sabatini è un must per l’acquisizione, con finanziamento bancario o in leasing, di beni strumentali ordinari, 4.0 e green. E da ottobre 2024, contributo “potenziato” a fronte di aumenti di capitale aziendale.
Sulla Nuova Sabatini le PMI fanno affidamento da anni, e potranno continuare a farlo a lungo termine. In un panorama agevolativo che cambia pelle e non presta facilmente il fianco alla pianificazione pluriennale, questo strumento, invece, si consolida nel suo ruolo di riferimento chiave a sostegno degli investimenti in beni materiali o immateriali.
Veicoli commerciali, autocarri, semirimorchi, gru, pale gommate, piattaforme aeree; ma anche hardware, software e tecnologie digitali. E impianti per la produzione di energia rinnovabile, come quelli fotovoltaici, se contestualmente rientranti nello stesso progetto d’investimento.
I contributi offerti dalla Nuova Sabatini possono arrivare a coprire fino al 14% delle spese, e lo sanno bene le aziende che continuano a fruirne: tra quelle che ne beneficiano più assiduamente, le micro e piccole del Nord, soprattutto negli ambiti del manifatturiero e del trasporto-magazzinaggio, come registrato dalle più recenti statistiche Mimit.
Qui un indice degli argomenti:
L’agevolazione favorita in Manovra 2025
All’interno del pacchetto di interventi a sostegno degli investimenti aziendali, l’ultima Legge di bilancio sottolinea la rilevanza della Nuova Sabatini garantendole un rifinanziamento complessivo di tutto rispetto, a 1,7 miliardi di euro. Riconfermandone la disponibilità fino al 2029, la finanziaria prevede per i contributi Nuova Sabatini risorse pari a 400 milioni per il 2025, 100 milioni per il 2026 e 400 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029. Mentre altri fondi destinati ad attività produttive, a cavallo tra il 2024 e il 2025, sono stati sottoposti a decrementi, il rafforzamento di questa misura dimostra la volontà del Governo di mantenere sempre attivo e accessibile uno strumento di grande impatto e comprovata continuità.
Sempre ordinaria, 4.0 e green: ma con il plus “capitalizzazione”
La più recente disciplina dell’agevolazione, aggiornata con le disposizioni della Circolare direttoriale 22 luglio 2024, n.1115 (in operatività dal primo ottobre 2024), conferma il funzionamento della misura nell’acquisizione di beni strumentali ordinari, tecnologici o green. Ma introduce anche un plus per incentivare i processi di capitalizzazione delle PMI tramite l’incremento dell’ammontare del contributo per i loro investimenti.
La novità è di particolare interesse per le micro e piccole imprese: sono queste ultime a trarre maggiore beneficio dall’agevolazione “extra” associata agli aumenti di capitale, grazie a una quota di contributo a fondo perduto doppia (rispetto a quella “standard”) per gli investimenti in beni ordinari. Vediamo come.
Nuova Sabatini capitalizzazione: particolarmente premiate le piccole realtà
Se entro la data di presentazione della domanda di contributo e durante i sei mesi antecedenti, l’impresa (necessariamente costituita in forma di società di capitali) delibera un aumento del capitale sociale superiore al 30% dell’importo del finanziamento, si alzano le quote di contributo Nuova Sabatini: fondo perduto al 14,3% sui finanziamenti delle micro e piccole imprese per investimenti ordinari, green e 4.0; per le medie imprese, invece, quota del 10,1% per tutte le operazioni.
La differenza salta all’occhio nel confronto tra la quota “standard” associata agli investimenti in beni strumentali ordinari (7,7%) e quella concessa, sempre per la stessa tipologia d’investimento alle micro e piccole imprese che procedono all’aumento di capitale (14,3%).
Regole e tappe: occhio alle scadenze
Per non compromettere l’ottenimento del beneficio, la procedura di capitalizzazione deve seguire regole e tappe specifiche.
L’aumento di capitale dovrà essere concluso esclusivamente nella forma di conferimento in denaro (come “versamento in conto aumento del capitale”): entro i trenta giorni successivi dal decreto di concessione del contributo, dovrà essere stato versato almeno il 25% dell’importo dell’aumento di capitale, oltre l’intero valore del sovrapprezzo delle azioni, se previsto. Il decreto di concessione riporterà indicazioni sugli obblighi di versamento delle ulteriori quote da versare, a copertura del restante 75%, in corrispondenza e proporzionalmente alle singole richieste di erogazione. Ad esempio, nei casi in cui l’erogazione può avvenire in una sola soluzione, l’aumento di capitale deve risultare interamente sottoscritto e versato prima di aver trasmesso la richiesta di erogazione in unica tranche.
Invece, se l’aumento di capitale è effettuato dall’unico socio o da una Srl semplificata, dovrà risultare versato per intero entro trenta giorni dal decreto di concessione.
Se non si atterrà alle specifiche indicazioni relative al versamento dell’aumento di capitale, la PMI non potrà chiedere che la sua domanda venga tenuta in considerazione per la versione standard della Nuova Sabatini, che è sempre attiva per contribuire agli acquisti o al leasing di beni strumentali, 4.0 o green a prescindere da operazioni di capitalizzazione.
buona sera io ho una società srls di impiantistica elettrica vole sapere se c’era qualcosa per acquisto,terreno con magazzino,piccolo cestello,furgone cassonato ribaltabile e liquidità
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