Non bisogna pensare con gli occhi del tempo che stiamo vivendo, ma con gli occhi del futuro che sta già iniziando
– Domenico De Masi –
Stop ai click day, equiparazione tra imprese e professionisti, pluriennalità e certezza dell’orizzonte temporale delle misure di incentivazione. Uniformità e semplificazione delle procedure e una premialità codificata per le aziende che valorizzano la quantità e la qualità del lavoro giovanile, femminile e delle persone con disabilità. Sono alti principi di razionalizzazione ed efficienza a guidare la profonda revisione del sistema degli incentivi alle imprese: una vera e propria rivoluzione che, presto, darà una nuova forma al nostro settore.
Non un’utopia, ma un percorso concreto, che ha preso il via lo scorso 13 settembre in Aula al Senato. Il “ddl Incentivi”, approvato con 134 voti favorevoli e 30 astenuti, nessun voto contrario, è già passato alla Camera, dove è in corso di esame in Commissione.
Dall’entrata in vigore ci saranno due anni di tempo perché venga definito un nuovo sistema organico e funzionale, capace di metter ordine nelle stanze della nostra casa: la finanza agevolata. Il Governo è chiamato a individuare un insieme limitato di modelli di agevolazioni e armonizzarne la disciplina, coordinandola in un testo normativo principale: il «codice degli incentivi».
Con queste premesse non stupisce la nostra grande aspettativa verso il disegno di legge, collegato alla manovra, di “delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese e disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche”.
È espressamente volto a rimuovere ogni ostacolo al pieno dispiegamento di efficacia dell’intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione, incluse le misure di natura fiscale. Per la sua stesura sono state acquisite le osservazioni di manager, esperti, categorie, istituzioni, che hanno contribuito all’ampio respiro dell’iniziativa strategica, così necessaria ai nostri clienti e, in generale, a tutti i nostri interlocutori.
Il sottosegretario al ministero delle Imprese e made in Italy, Massimo Bitonci, chiudendo l’esame del provvedimento in Aula, aveva evidenziato: «Si tratta di una riforma fondamentale: ci sono più di duemila tipologie di incentivi, un terzo di carattere nazionale e due terzi di carattere regionale. C’è bisogno di semplificazione e di monitoraggio. È chiaro che le risorse che sono a disposizione per le imprese per un rimbalzo dell’economia devono essere assolutamente puntuali».
Come professionisti in questo ambito, quotidianamente a contatto con i risvolti operativi, guardiamo con particolare interesse ad alcuni punti del testo approvato in Senato. Tra i fondamenti generali di cui auspichiamo una pronta messa a terra, in risposta alle esigenze di programmazione finanziaria e di bilancio delle aziende, c’è innanzitutto la calendarizzazione pluriennale degli interventi lungo un congruo periodo temporale, al fine di garantire un supporto continuativo. Fondamentale anche il principio secondo cui la qualificazione di professionista non osta alla fruizione di specifiche misure incentivanti.
Per quanto riguarda i criteri direttivi specifici inclusi nel ddl, guardiamo con favore alla volontà di ricognizione e sistematizzazione, per selezionare degli standard replicabili e uniformare procedure che cambiano sostanzialmente per ogni intervento.
Viene espressa l’intenzione di continuare a sostenere ambiti strategici dello sviluppo economico: l’efficientamento energetico, la transizione ecologica e digitale, il made in Italy, la competitività nei mercati esteri, l’imprenditoria giovanile e femminile ai fini del perseguimento della parità di genere.
Viene inoltre chiaramente individuata la necessità di evitare che l’assegnazione delle risorse finanziarie disponibili per gli interventi avvenga in un lasso di tempo estremamente ridotto, sulla base del solo ordine cronologico.
Cruciale anche l’obiettivo di revisione e aggiornamento dei procedimenti amministrativi per la concessione e l’erogazione dei contributi: nero su bianco vediamo richieste una riduzione degli oneri amministrativi per l’impresa e l’esclusione della possibilità che vengano richiesti documenti e informazioni già in possesso della pubblica amministrazione. Il ddl impone poi il contenimento e rispetto dei tempi delle attività istruttorie, oggi a volte troppo flessibili.
Interverrà forse anche l’intelligenza artificiale al fianco del legislatore, per questa enorme operazione di decluttering che finalmente metterà ordine in quella che noi chiamiamo casa, a rafforzamento delle attività di valutazione ex ante, in itinere ed ex post sull’efficacia degli interventi.
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Non vediamo l’ora di esplorare i nuovi spazi, accanto alle imprese che investono “con noi”.
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