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10 Maggio 2023

Digitalizzazione, un’evoluzione necessaria

Digitalizzazione. Un’evoluzione necessaria, non più prorogabile, dall’impatto rivoluzionario sulla razionalizzazione della produzione. Un passaggio obbligato che comporta ricadute dirette sulla qualità e sulla sostenibilità ambientale ed economica, a tutti i livelli. A SaMoTer, evento internazionale dedicato al settore delle macchine per costruzioni, tenutosi a Verona dal 3 al 7 maggio scorsi, un’unica voce ha accomunato istituzioni, categorie, addetti ai lavori: quella dell’urgenza di innovare. Alle imprese è richiesto il coraggio di cambiare, con il supporto della finanza agevolata.

«Questa è la fiera dei sì, da qua passa il futuro del paese». Con queste parole il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha ufficialmente dato il via lo scorso 3 maggio alla 31esima edizione di SaMoTer, che quest’anno ha visto la partecipazione di Agevola insieme a quasi 600 espositori provenienti da 23 paesi.

Alla cerimonia inaugurale l’accento è stato posto sul cambio di paradigma che prenderà forma con il nuovo codice appalti, già approvato e in vigore dal primo luglio prossimo, che «sbloccherà opere visionarie», secondo Salvini.

Una montagna di denaro, su un treno da non perdere

Se il ministro ha così sottolineato la solidità del paese che «costruisce, scava, velocizza e si innova», dal presidente di ANEPLA, associazione che da oltre 50 anni rappresenta il settore dei produttori estrattori lapidei e le imprese impegnate nella lavorazione del materiale inerte, arriva però un avvertimento: «stiamo scherzando col fuoco, è necessario dare subito il via a un gioco di squadra che coinvolga le categorie per garantire un futuro alle nostre aziende e al nostro paese».

Con il suo intervento al convegno “Un laboratorio al servizio dell’attività estrattiva”, organizzato in fiera dal Centro studi ANEPLA, Claudio Bassanetti ha condiviso la propria riflessione col comparto, spingendosi però ben oltre l’habitat della cava.

La stoccata arriva su un nodo non ancora sciolto, quello delle scadenze imposte dal PNRR. Non è ammesso il minimo ritardo: per sfruttare la «montagna di denaro» messa a disposizione dall’Europa a favore dell’industria italiana bisogna favorire la digitalizzazione dei processi e il rinnovo delle attrezzature; procedere subito all’implementazione di infrastrutture per la mobilità sostenibile e incentivare la transizione verde. Secondo Bassanetti, «perdere i fondi del PNRR significa essere tagliati fuori dall’economia globale come “sistema Italia”. Il rischio che corriamo è enorme».

Prioritario allora «depennare i progetti che non hanno le caratteristiche per essere collaudati nei termini, entro il 2026; attuare una semplificazione reale e tangibile che renda certe le tempistiche della transizione verso le fonti rinnovabili; distribuire immediatamente i fondi sui progetti validi».

Digitalizzazione e sostenibilità, le due facce dell’efficienza

Sì, perché le grandi sfide che il tessuto imprenditoriale si trova ad affrontare chiamano in causa una complessità di fattori, tutti collegati l’uno con l’altro. È facile rendersene conto raccogliendo direttamente le esperienze di chi, sul campo, lavora ogni giorno. Giulio Bacco, direttore generale di Ecovie, sintetizza: «fino a qualche anno fa cercavamo la tecnologia per ottenere una maggior precisione. Oggi la parola d’ordine è efficienza. Il cantiere può essere costruito nel metaverso ancora prima di accendere le macchine, evitando perdite di tempo, di risorse, di materiali».

Dal rilievo al movimento terra, dalla costruzione al monitoraggio: soluzioni come georadar, sistemi GPS, stazioni robotizzate; e poi realtà aumentata, machine control, condivisione in cloud di “gemelli digitali”, fanno coincidere l’ottimizzazione tecnologica con quella ambientale. Secondo Corrado Bocci, titolare dell’azienda Pav.I., specializzata nella costruzione di infrastrutture stradali, «tutte le novità tecnologiche sono difficili da accettare in cantiere, perché impongono in qualche modo di affidarsi a una “nuova autorità”. Ma quando arriva la risposta positiva degli operai, che nel nostro caso non partono senza “il loro laser”, allora è chiaro che investire nell’innovazione funziona».

Vero che «instillare la tecnologia per cambiare il modo in cui si lavora è un processo che va portato avanti “goccia a goccia”, attraverso formazione e consulenza costanti», come suggerisce Alessandro Chiodin, innovation manager della società Spektra, del gruppo Trimble. Vero anche, però, che le imprese che non riescono a tenere il passo con il cambiamento già in atto nell’ambito del movimento terra, dell’edilizia e delle costruzioni, rischiano di alimentare un gap poi difficilmente colmabile.

Agevola è al loro fianco per supportarle nel cammino verso la modernizzazione, attraverso attente valutazioni delle acquisizioni in programma, per un accesso sicuro e immediato ai contributi riservati agli investimenti nell’innovazione.

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