Legge di bilancio 2025 bollinata_banner

Nuova Sabatini, 1,7 miliardi fino al 2029 nella Legge di Bilancio 2025

Legge di Bilancio 2025: 144 articoli compongono il Ddl che mercoledì è approdato, con bollino della Ragioneria Generale dello Stato, alla Camera. Tra gli interventi per il sostegno agli investimenti delle imprese, l’articolo 75 prevede uno stanziamento pluriennale per la Nuova Sabatini, l’agevolazione che taglia il costo dei finanziamenti per i macchinari. L’autorizzazione di spesa è incrementata di 400 milioni per il 2025, 100 milioni per il 2026 e 400 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029. Presenti anche altre misure d’interesse per le aziende, tra cui un bis 2025 per il bonus ZES Unica e un incentivo al riversamento dei crediti R&S sotto forma di contributo in conto capitale.

 

Il testo della Manovra 2025 bollinato della Ragioneria Generale dello Stato (scaricalo qui in pdf) arriva alla Camera dei Deputati per la discussione. Le audizioni in commissione prenderanno il via lunedì prossimo, ma non sono attesi cambiamenti eclatanti: per gli emendamenti è prevista una dote di soli 120 milioni di euro.

La norma contiene una manciata di disposizioni rivolte specificamente alle aziende: sono previste proroghe per alcune delle misure d’incentivazione più richieste, come la Nuova Sabatini e il credito d’imposta per la quotazione delle piccole e medie imprese. L’art. 74 stabilisce, per le imprese che entro il 31 ottobre 2024 avranno riversato il credito d’imposta R&S indebitamente fruito, la possibilità di ottenere un contributo in conto capitale. Novità per il credito d’imposta ZES Unica; viene anche previsto un fondo di 110 milioni per agevolare investimenti nel comparto turistico, con caratteristiche da definire attraverso futuro decreto.

Nuova Sabatini strutturale, sguardo a lungo termine

All’interno del pacchetto per gli investimenti privati, spicca l’atteso rifinanziamento destinato all’agevolazione Nuova Sabatini, che incentiva l’acquisizione di beni strumentali abbattendo il costo dei finanziamenti. Stanziamento complessivo notevole, a 1,7 miliardi di euro, per uno strumento che ha sempre più carattere strutturale, come dimostra l’art. 75 del Ddl Bilancio prevedendone la riconferma fino al 2029. L’autorizzazione di spesa per l’agevolazione viene incrementata di 400 milioni per il 2025, 100 milioni per il 2026 e 400 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029.

Recentemente rimpinguato di 200,7 milioni per l’anno in corso, l’importo stanziato è a disposizione delle PMI che intendono acquisire asset come veicoli commerciali, autocarri, semirimorchi, gru, pale gommate, piattaforme aeree, ma anche hardware, software e tecnologie digitali. Sostiene gli investimenti con contributi fino al 14% questa misura, sempre più utilizzata dalle micro e piccole aziende, specie nel Nord, soprattutto negli ambiti del manifatturiero e del trasporto-magazzinaggio.

Credito d’imposta per la quotazione delle PMI: ancora tre anni di tempo

Prorogato per tre anni, fino al 31 dicembre 2027, il credito d’imposta per la quotazione delle PMI: la copertura ammonta a 6 milioni per il 2025 e a 3 milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027. L’agevolazione, istituita dalla legge 27 dicembre 2017, n. 205, copre fino al 50% (massimo 500 mila euro) dei costi di consulenza in carico alle aziende che si attivano per l’ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo.

ZES Unica al bis 2025

Con l’articolo 77, il provvedimento determina la riproposizione nel prossimo anno del credito di imposta per gli investimenti nella Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno, destinato alle imprese che acquisiscono beni strumentali per strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate sul territorio.

Per l’edizione 2025 vengono stanziati 1,6 miliardi, a copertura degli investimenti effettuati dal primo gennaio 2025 al 15 novembre 2025. Con l’incentivo ZES Unica 2024 ancora “valido” per spese da realizzarsi fino al 15 novembre 2024 (anche superiori rispetto a quanto comunicato in fase di prenotazione, come previsto dall’art. 8 del recente Dl Anticipi, collegato alla Manovra e già pubblicato in G.U.) resterà “scoperto” un mese e mezzo.

Oltre al riavvio del credito d’imposta ZES, il documento bollinato fa riferimento a nuovi ulteriori incentivi volti a supportare l’acquisto di beni strumentali per le strutture produttive localizzate nel Meridione. A questo scopo viene prevista la creazione di un fondo con 2,45 milioni per il 2025, 1 miliardo per il 2026, 3,4 miliardi per il 2027, 1,5 miliardi per il 2028 e 750 milioni per il 2029.

Sanatoria crediti Ricerca & Sviluppo: bonus per gli aderenti

È prossima la scadenza del 31 ottobre 2024, termine ultimo per avviare, con adeguata documentazione giustificativa, la procedura di riversamento spontaneo dei crediti d’imposta R&S per gli anni dal 2015 al 2019 indebitamente fruiti. Se nel testo della Manovra 2025 non si trova traccia di possibili nuovi slittamenti temporali, l’articolo 74 tocca la questione prevedendo, per coloro che avranno aderito entro il 31ottobre 2024, il recupero di parte degli importi riversati con l’attribuzione di un contributo in conto capitale.

Il provvedimento, nell’attuale formulazione, demanda a futuro decreto modalità di erogazione, rateizzazione e percentuali di contributo fruibili, che potrebbero attestarsi tra il 30% e il 50% di quanto versato.

Verrà istituito un fondo ad hoc, con risorse complessive però non elevate: 190 milioni di euro 60 milioni per il 2025, 50 milioni per il 2026 e 80 milioni per il 2027.

Manovra 2025 e imprese: cosa manca rispetto agli annunci delle ultime settimane

Tra le assenze più evidenti all’interno dell’attuale formulazione della Manovra, la proroga dell’attuale assetto del Fondo di Garanzia per le PMI. Non c’è traccia neanche del rifinanziamento dei contratti di sviluppo e degli accordi per l’innovazione.

Va però tenuto presente che per l’intero anno 2025 gli investimenti delle imprese potranno ancora contare sui sostanziosi incentivi Transizione 5.0, con fondi europei pari a 6,3 miliardi, e Transizione 4.0, con risorse nazionali pari a 6,4 miliardi.

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Jessica Gaigher / The Founder

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