Prima stesura della Legge di bilancio 2024, decreto anticipi, riforma incentivi; sullo sfondo la trattativa con Bruxelles sul RepowerEu. Il comparto dell’agevolato per il sistema produttivo si appresta ad affrontare l’anno nuovo. Tra annunci ufficiali e rinvii, caccia alle coperture e nuovi obiettivi di politica industriale, ecco a che punto siamo, con un focus su Nuova Sabatini, garanzie per l’industria, ZES Unica, credito d’imposta R&S.
Pur rilevando al suo interno l’assenza di uno stimolo forte e strutturale agli investimenti, è «ragionevole» la prossima manovra economica, secondo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in base a quanto dichiarato al quotidiano Il Sole 24 Ore lo scorso 29 ottobre.
Il Governo avrà tempo fino a fine anno per limare l’ultima bozza circolante della Legge di bilancio, datata 27 ottobre 2023 (scaricabile qui), anche se non ci si possono aspettare modifiche significative: «la manovra è sostanzialmente chiusa», ha comunicato alla stampa la premier Giorgia Meloni, domenica scorsa. Sulla base di quanto reso noto finora, ecco il quadro degli interventi oggi previsti nell’ambito dell’agevolato.
Nuova Sabatini: 140 milioni per il 2024
A sostegno degli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese, l’art. 54, comma 3, dell’ultima bozza della Legge di bilancio 2024, prevede un rifinanziamento della misura Nuova Sabatini pari a 100 milioni di euro per l’anno 2024.
Considerando anche i precedenti stanziamenti definiti dalla Legge di bilancio 2023, che aveva messo in agenda 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026, l’incentivo dovrebbe iniziare l’anno nuovo con un plafond sufficiente ad agevolare, almeno fino a primavera, le richieste di beni strumentali da parte delle PMI, in tendenziale frenata durante lo scorso trimestre.
All’importo totale dovranno inoltre essere aggiunti i fondi residui 2023, comprensivi del rifinanziamento di 50 milioni di euro “per la continuità” già inserito nel decreto Anticipi, in Gazzetta Ufficiale dal 18 ottobre.
Dipende infine dalla trattativa con Bruxelles sul RepowerEu, che si sta prolungando oltre le previsioni, un finanziamento aggiuntivo da 320 milioni per la Nuova Sabatini Green, la versione con contributo maggiorato nel caso di investimenti per la transizione ecologica.
Alla stessa contrattazione, al momento ferma, è appesa anche l’iniezione di 4 miliardi per i crediti di imposta 5.0.
L’attesissimo Piano Transizione 5.0, in base a quanto emerge dalla risposta all’interrogazione n. 5-01517 del 24 ottobre 2023, in Commissione Finanze della Camera dei Deputati, una volta attivato, potrebbe addirittura ricomprendere sotto il proprio ombrello, ridefinendola in chiave 5.0, la misura Formazione 4.0, terminata con il 31 dicembre 2022 e non prorogata.
Nuove garanzie per l’industria
L’art.55 della manovra abbozzata dal Governo, prevede la riforma delle garanzie SACE, escludendo da gennaio una proroga delle misure per il sostegno della liquidità introdotte nel 2020 in risposta alla pandemia. Le garanzie saranno destinate ai finanziamenti infrastrutturali e produttivi, anche industriali e diretti alla doppia transizione, verde e digitale.
Parallelamente, il Fondo di Garanzia MCC, viene descritto dal Ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso (Il Sole 24 Ore, 20 e 25 ottobre) come un cantiere in via di chiusura, il cui riordino scatterebbe già dal primo gennaio attraverso un maxi-emendamento alla Legge di bilancio. Sul tavolo l’estensione anche alle imprese di maggiori dimensioni e l’impegno per evitare che l’importo massimo per beneficiario scenda da 5 a 2,5 milioni.
ZES Unica per le imprese del Sud
Nell’ultima versione del disegno di Legge di bilancio fa il suo ingresso anche il finanziamento del credito d’imposta nella Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno: 1,8 miliardi per investimenti effettuati dal 1° gennaio al 15 novembre 2024. La norma sostituirebbe quella attualmente inclusa nel decreto Sud all’esame della Camera, che verrebbe contestualmente soppressa.
Il credito d’imposta maggiorato sarebbe applicabile all’acquisto e al leasing di beni strumentali destinati a strutture produttive già esistenti o da realizzare, inclusi terreni, e immobili entro il 50% dell’entità complessiva delle spese agevolate. La fascia di investimenti agevolabili andrebbe da 200 mila euro a 100 milioni.
R&S: sanatoria già in vigore e Albo da gennaio
Non è in manovra, ma è attesa per gennaio anche l’istituzione dell’albo dei certificatori per il credito d’imposta Ricerca e Sviluppo. Su questo fronte, con l’art. 5 del recente decreto Anticipi (Dl 145/2023) è già stato concesso più tempo alle imprese interessate ad avvalersi della procedura di riversamento spontaneo senza sanzioni e interessi del credito indebitamente utilizzato relativo agli anni dal 2015 al 2019. Il termine di presentazione della domanda è già slittato dal 30 novembre 2023 al 30 giugno 2024 e, a caduta, è stato ridefinito il calendario dei versamenti.
Riforma Incentivi, un altro passo avanti
Restando fuori dall’ambito dalla Finanziaria, ma dentro quello delle novità in cantiere, merita attenzione il via libera definitivo in Parlamento alla legge delega in materia di revisione al sistema degli incentivi. Pur con l’incognita dei decreti legislativi ancora da scrivere, entro 24 mesi, e qualche ambiguità ancora da chiarire sui contenuti, procede il percorso destinato a improntare un nuovo sistema organico e funzionale, che includerà anche gli incentivi di natura fiscale.