Dello stanziamento complessivo di 4 miliardi di euro, sono meno di 400 i milioni ancora disponibili per agevolare gli investimenti in beni strumentali con la Nuova Sabatini. Se il consumo medio mensile nazionale continuerà ad attestarsi tra i 40 e i 50 milioni di euro, è prevedibile un boom nei primi mesi estivi per portare a casa i pochi fondi residui. Il rifinanziamento è caldeggiato dalle categorie; sul fronte del leasing si chiede anche la strutturalità. Per ora, senza date certe, i tecnici ipotizzano l’imminenza dello scatto finale.
Lo scorso primo maggio il MIMIT, con il Report di aprile, ha reso note le ultime statistiche relative all’andamento della Nuova Sabatini. Ancora a disposizione per le PMI il 9% dello stanziamento complessivo, pari a circa 382 milioni di euro.
In base all’attuale consumo medio mensile, che si attesta indicativamente sui 50 milioni di euro, è possibile prevedere la disponibilità del contributo ancora fino, al massimo, a settembre. Le tempistiche potrebbero addirittura accorciarsi alla luce dei dati più aggiornati, per ora non disponibili a causa dello slittamento di una decina di giorni delle prenotazioni del mese di aprile e delle presentazioni delle domande di febbraio, dovuto a un malfunzionamento della piattaforma riservata all’agevolazione.
La corsa ai fondi residui
In attesa di avere una corretta visuale dei fondi residui, che si delineerà presumibilmente verso la fine di maggio, gli addetti ai lavori si preparano a una possibile corsa estiva: «già dalla tornata di giugno, più si avvicina l’esaurimento dei fondi, più le imprese, tendenzialmente, manderanno avanti domande per cercare di rientrare. Come già successo in passato, senza novità sostanziali sul rifinanziamento, il rischio è l’invio massivo e non ponderato di domande, anche inammissibili, con l’effetto di rallentare tutte le procedure».
Le categorie insistono per il rifinanziamento
Lo stanziamento per la Nuova Sabatini definito dall’ultima Legge di bilancio era apparso sin da subito insufficiente a coprire le richieste. La richiesta di rifinanziamento della Nuova Sabatini da parte delle categorie è già da tempo sui tavoli istituzionali.
Da Confindustria a Confagricoltura, in audizione il mese scorso presso le Commissioni Bilancio della Camera e del Senato sul DEF 2023, è unanime la domanda di maggior sostegno agli investimenti delle imprese. «È importante rafforzare tutti gli strumenti di garanzia pubblica e finanziamento a favore delle imprese agricole, quali ad esempio la cosiddetta Nuova Sabatini, che in pochi anni di ha fatto registrare investimenti di tutto rispetto», ha sottolineato lo scorso aprile anche Copagri, in audizione alle Commissioni Bilancio.
Il tempo vola, gli ordinativi no
Le risposte da parte delle amministrazioni sono attese in tempi molto stretti per evitare un possibile blocco, per ora rallentato dal pigro andamento dell’indice degli ordini di macchine utensili. Dopo la fiammata del quarto trimestre 2022, nel primo trimestre 2023, secondo le elaborazioni del Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU, l’indice è calato del 23,7% rispetto al periodo gennaio-marzo 2022.
«Il mercato italiano», ha affermato Barbara Colombo, presidente UCIMU, «è ancora predisposto ad investire. Il processo di ammodernamento dell’Officina Italia non è concluso. Deve raggiungere ancora una parte delle imprese, specie quelle di piccole dimensioni».
Una Nuova Sabatini “strutturale”
Oltre che di potenziamento, nel Position Paper Leasing, abilitatore del PNRR per le imprese, pubblicato l’8 maggio 2023, Assilea parla di strutturalità: «con specifico riferimento alla Nuova Sabatini, considerati gli ottimi risultati e i numerosi rifinanziamenti ottenuti nel corso degli anni in conseguenza del continuo esaurimento delle risorse messe a disposizione, sono in corso interlocuzioni per valutare l’opportunità di rendere la misura strutturale». L’ambito del leasing è particolarmente interessato dal consolidamento dell’incentivo: sul totale degli investimenti coperti dall’agevolazione effettuati nel 2021, circa il 70% è stato finanziato attraverso contratti di leasing e non da finanziamenti bancari tradizionali.
Le attese suscitate dalla riforma di dicembre: fondi e tempo
L’aggiornamento della disciplina che regola l’agevolazione, risalente soltanto a dicembre 2022, aveva dimostrato la volontà da parte delle istituzioni di continuare a puntare sulla misura, oggetto di un attento lavoro di riforma e ampliamento, con l’attivazione della linea di intervento Green.
Anche la proroga, inserita in Finanziaria, del termine per l’ultimazione degli investimenti oggetto dei finanziamenti agevolati stipulati dal primo gennaio 2022 al 30 giugno 2023, portato da 12 a 18 mesi, era stata colta come un segnale della volontà di accogliere le necessità delle PMI. Le aziende continuano tutt’oggi a doversi confrontare con i ritardi nelle consegne e necessiterebbero probabilmente di un ulteriore allungamento dei tempi di ultimazione degli investimenti, quantomeno sino a fine anno. Anche su questo fronte si attendono riscontri da parte del Governo.